Il bellissimo rapporto tra animali e bimbi

Buon pomeriggio!Oggi si parla di bimbi e di animali e del rapporto che si forma tra di loro e l’aiuto che possono dare gli animali ai bimbi,che hanno difficoltà motorie e di apprendimento.Io penso che i bimbi e gli animali si assomigliano molto e mi è bastato solo vedere mia figlia,abbracciare un cane,che ho capito che amore puro può esistere tra animale e uomo.I bimbi sono i migliori amici degli animali.Molte volte poi si cresce e si dimentica tutto e si finisce per non avere più quel rispetto di una volta,ma penso che siamo noi genitori a far capire e rispettare tutto ciò che ci circonda!Per questo faccio conoscere gli animali a mia figlia ed è per questo che voglio continuare a farlo!Io col mio coniglio,ho fatto pet therapy e ho fatto ridere e giocare molti bambini,che da tanto tempo non ridevano.Sono convinta che gli animali aiutano i bimbi,malati e non e a farli crescere.Sono felice di quello che ho fatto!Ed è per questo,che voglio parlarne con voi e dedicare un mio articolo.Buona lettura!Fare pet therapy e vedere giocare mia figlia con gli animali,sono esperienze uniche.

Accompagnare la crescita dei nostri bambini con la presenza di un animale può rappresentare un valore aggiunto all’educazione e al tipo di esperienze che intendiamo far vivere ai nostri figli. Un animale, infatti, educa alla “diversità”, perché dimostra al bambino che non esistiamo soltanto noi umani, ma anche altri esseri viventi che meritano rispetto e che sono in grado di offrirci molto dal punto di vista affettivo.
Tuttavia, la scelta di adottare un cucciolo (o un animale in genere) non deve essere presa alla leggera: la prima cosa da insegnare ad un bambino è infatti l’enorme responsabilità che un animale comporta. Un cane o un gatto necessitano di cure e attenzioni e non devono essere considerati “giocattoli”, piuttosto, è opportuno paragonarli a dei compagni di vita e di avventure, ma sempre nel reciproco rispetto della loro specifica natura.
Per capire meglio come gestire tale delicata relazione abbiamo incontrato chi di animali e bambini se ne occupa ormai da anni: la dott.ssa Francesca Mugnai, Presidente della Onlus Antropozoa e responsabile della Pet Therapy presso l’ospedale Meyer di Firenze.

E’ ormai noto che l’interazione con gli animali ha effetti benefici sulla crescita dei bambini: in che modo tale relazione aiuta lo sviluppo del piccolo? Quali sono, nello specifico, tali effetti benefici?
I bambini che crescono con gli animali domestici hanno sicuramente una capacità empatica, di leggere e comprendere le emozioni e i comportamenti altrui maggiore, proprio perchè allenati fin dalla più tenera età all’osservazione di un essere vivente ricco di bisogni fisici ma anche psicologici come un animale, ma difficilmente interpretabili.
I benefici sono quindi a livello psicologico ed educativo: interagire con l’animale mette in moto il desiderio di curare un altro essere vivente di sperimentarsi in una relazione. A livello educativo insegna ad attendere i tempi dell’altro e la virtù della pazienza.
Inoltre ci sono benefici fisici legati all’attività motoria che il bambino può fare insieme al suo amico a quattro zampe, nonché sociali: un bimbo insieme al suo animale cattura sempre l’attenzione e suscita simpatia immediata.

Esiste un’età più adatta per instaurare una relazione bambino-animale? Se si, da quale?
I bambini a partire dai 2 anni possono essere attratti da un animale a causa della diversità fisica (grandi orecchie, pelo soffice, coda, strani e buffi movimenti …) ma al contempo non comprendere ancora le necessità e le esigenze specifiche del 4 zampe. Dai 4-6 anni possono essere più responsabilizzati e attratti da questa importante relazione.
Sicuramente un bambino che fin da piccolissimo convive con un animale avrà dei benefici maggiori.

Quali animali domestici sono “più indicati” per i bambini?
Sicuramente è il cane: proprio per la sua storia evolutiva, con una lunghissima storia  di domesticazione è l’animale con cui  si riesce maggiormente a comunicare .
Ma anche altri piccoli animali come gatti, uccellini, ecc. possono essere compagni importanti per la crescita, non solo del piccolo ma dell’intero nucleo familiare.
L’importante è sempre interpellare un veterinario di fiducia che consigli l’animale che maggiormente può adattarsi a quel contesto di famiglia, tenendo contro sia degli spazi che del tempo da dedicare al compagno peloso.

Molto spesso i genitori tendono a regalare un cucciolo per soddisfare i capricci dei bambini, senza tenere conto dell’impegno effettivo che un animale comporta. Cosa ne pensa? Cosa vi sentite di consigliare ai genitori?
Ogni relazione, inclusa quella con gli animali, va coltivata con pazienza, impegno e attenzione. Ho visto famiglie ricomporsi grazie alla presenza di un cucciolo dopo lutti o separazioni e famiglie in cui il comportamento del cane era una spia per un disagio ben più profondo.
Una scelta consapevole e forse rimandata nel tempo al momento giusto, è la scelta migliore che porta a un rapporto ottimale.
Quando veniamo interpellati dai genitori di bambini malati o con disabilità mentale, la prima cosa che facciamo è quella di spiegare tutte le difficoltà dell’avere un animale in modo da rafforzare la loro volontà.

La Pet-therapy: quando Fido diventa terapeuticoIn generale, quali sono le regole per una corretta convivenza e un sano rapporto tra bambino e animale?
Sanità fisica psicologica e condizioni di benessere dell’animale, oltre alle normali regole igienico sanitarie, un controllo sempre presente da parte di un adulto in presenza di cani e bambini e il pensare che quando in famiglia entra un animale avremo un po’ più da fare… ma la gioia accompagnerà tutti i giorni!

Antropozoa Onlus lavora nell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze, unico e importante esempio in Italia di progetto di attività e terapia con gli animali attivo ormai da circa 10 anni, tanto che l’attività in reparto con i bambini è diventata parte del protocollo di accoglienza. Cerchiamo di capire meglio in cosa consiste.

Che il rapporto con gli animali porti benefici all’uomo è dimostrato e confermato dal progressivo ricorso alla pet-therapy: può spiegarci brevemente in cosa consiste?
Spesso le terapie tradizionali, necessarie e di primaria importanza, si trovano a fare i conti con la poca motivazione o interesse del paziente a progredire. L’animale molte volte è un “leva motivazionale” importante per un bambino: operare insieme al cucciolo significa giocare con lui. È compito dello specialista utilizzare questa motivazione per un dettagliato e rigoroso programma educativo e/o riabilitativo.

Quali sono gli effetti terapeutici che la pet-therapy si prefigge di raggiungere?
Gli effetti vertono sull’area della socializzazione (depressione, autismo, disturbi generici dello sviluppo), sull’area cognitiva (bambini con disturbi psichiatrici e neurologici) emotiva (bambini con difficoltà di adattamento, disturbi dell’apprendimento) e motoria (bambini con problemi neuromotori).
I piccoli con difficoltà ad aprirsi possono trovare nello specialista in pet therapy una figura di riferimento che si adopera opera insieme a un compagno particolare.
Altro settore è quello della riabilitazione motoria con l’animale in cui il cane o il cavallo fungono da importante motivatore al recupero psicofisico.
Chi opera nel campo della pet therapy è un professionista esperto formato nel settore psicologico, medico veterinario ecc e che collabora costantemente con le figure di riferimento del piccolo paziente.

Per quali soggetti è più indicata? Perché è particolarmente adatta ai bambini?
La pet therapy, intesa come terapia specifica, è indicata per tutti coloro che presentano problemi di comunicazione, di relazione e di socializzazione.
Per l’autismo, i disturbi pervasivi dello sviluppo, i disturbi del comportamento e psichiatrici è uno strumento riabilitativo importante.
Anche per i bambini con malattia cronica è sicuramente uno strumento importante, monitorando l’aspetto di salute e la fase di malattia a livello psicologico.

Ho letto che la pet-therapy inizia ad essere utilizzata anche negli approcci educativi tradizionali, cioè non solo come terapia vera e propria, ma nella prevenzione di problemi affettivi e relazionali. Perché?
L’aspetto educativo della relazione bambino animale può esser visto con l’obiettivo del benessere e di una miglior qualità di vita.
In molte scuole di alcuni paesi europei e nord americani esistono oramai da anni veri e propri protocolli di percorsi educativi alla relazione con l’animale per cui i bambini sia nella propria classe che nel doposcuola possono avere un contatto diretto con i 4 zampe. E’ un rapporto con un forte impatto emotivo che stimola il benessere del piccolo e permette di portare alla luce eventuali problemi di adattamento e difficoltà transitorie del bambino.

Pet therapy

La pet-therapy è un campo disciplinare co-terapeutico che prevede l’inserimento di un animale in diversi contesti, ad esempio, contesto di cura, scolastico, educativo, di sostegno, al fine di promuovere una relazione significativa animale-individuo, quest’ultimo godendo dei benefici, dimostrati scientificamente, della vicinanza dell’animale può acquisire maggior interesse e maggior partecipazione per ciò che ha luogo nel contesto in cui è inserito. Il termine pet-therapy è in realtà non esatto, in quanto traducendo letteralmente pet-therapy significherebbe “terapia dell’animale o all’animale”, cosa che ovviamente non è; quindi in ambito scientifico si preferisce adottare terminologie differenti e più specifiche per delineare l’uso terapeutico degli animali da compagnia, tuttavia il terminepet-therapy è ormai di uso comune e in questo articolo utilizzerò termini quali Attività/Terapia Assistite dagli Animali, dog-therapy, pet facilited therapy o lo stesso pet-therapy in modo intercambiabile.

Per identificare e differenziare gli interventi di pet-therapy utilizziamo i termini: “Attività Assistite dagli Animali” (A.A.A.) e “Terapie Assistite dagli Animali” (T.A.A.).

Le A.A.A. sono costituite da interventi di tipo educativo, ricreativo e/o terapeutico, che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di coloro che vi partecipano. Gli obiettivi specifici non vengono programmati per ciascun incontro; i volontari e i terapisti non sono obbligati a raccogliere dati ed informazioni durante le visite, queste ultime sono gestite con spontaneità e la loro durata non è prestabilita. Un esempio di tali attività può essere la visita in un reparto d’ospedale per bambini a lunga degenza, dove un conduttore, pet-partners (colui che conduce l’animale), porta il proprio cane senza aver messo a punto obiettivi di trattamento per le interazioni.

La T.A.A. è un intervento rivolto a persone con disabilità mentali o fisiche, con difficoltà relazionali, emotive o cognitive, a ospiti di case di cura o istituti di recupero, ecc., che ha obiettivi specifici e predefiniti quali il favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive; può essere effettuata in gruppi o individualmente in diversi contesti e prevede l’utilizzo della relazione con un animale che risponde a determinati requisiti attitudinali e che è parte integrante del trattamento previsto dalla struttura o dal medico di riferimento. Per ogni incontro i progressi ottenuti da ciascun soggetto relativamente alle abilità oggetto di interesse, vengono documentati e valutati. Un esempio può essere l’inserimento di un animale all’interno di un lavoro con un gruppo di ragazzi con deficit di sviluppo, con l’obiettivo di migliorare la loro comunicazione e capacità di relazioni interpersonali e dove lo psicologo documenta i risultati di ogni seduta nella cartella clinica di ogni paziente.

 Animali domestici

La presenza di un animale domestico rappresenta uno stimolo importante per la crescita affettiva e psicologica di un bambino, soprattutto se il cucciolo è un gattino oppure un cagnolino. Tra il piccolo e l’amico “a quattro zampe” si instaura un rapporto emotivo molto particolare poiché il bimbo impara a rapportarsi con un essere vivente diverso da sé, adattandosi alle sue esigenze e riversando il proprio amore verso qualcuno diverso dai genitori, che fino allora sono stati il suo punto di riferimento affettivo privilegiato.

L’animale è in grado di offrire una piacevolissima e divertente compagnia, creando un rapporto di affetto e di complicità tra “pari”, tra cucciolo e cucciolo, diventando un compagno di giochi e di scambi di affettuosità con cui il bimbo è capace di intendersi senza alcun bisogno di parole. L’incontro con questo nuovo amico può rappresentare, per il bambino, un’occasione preziosa per imparare a gestire le sue sensazioni, prendere coscienza del mondo reale e nutrire il suo immaginario: un compagno fidato con cui confidarsi se si è tristi o adirati, senza paura di giudizi o condizionamenti.

Qualche consiglio

I genitori devono insegnare al bambino che il cucciolo non è un giocattolo di cui disporre senza alcuna limitazione, spiegandogli che va sempre rispettato anche quando si gioca, stando attenti a non tirare i peli o la coda o i baffi oppure a non abbracciarlo in modo troppo intenso perché anche l’animale più mansueto può reagire in modo inaspettato.

È utile coinvolgere i bambini più grandi in alcune semplici incombenze come, ad esempio, portare all’amico “a quattro zampe” la ciotola con la pappa o con l’acqua, al fine di responsabilizzarli nel prendersi cura di un altro essere vivente. In alcuni casi la presenza in casa di un cucciolo può essere molto indicata per risolvere alcuni disagi di origine psicologica del bambino: la presenza di un animale può essere, ad esempio, di aiuto a sconfiggere le sue paure verso ciò che non conosce e a renderlo più disponibile per affrontare ed accettare nuove esperienze.

Occorre tenere presente che, se l’animale viveva in casa ancora prima della nascita del bambino, è necessario dargli il tempo di conoscere il nuovo nato, per evitare che lo consideri come un intruso e ne sia geloso.

E’ importante l’igiene

Al fine di evitare che una convivenza così particolare possa rappresentare un qualsiasi rischio per la salute del bambino, è necessario adottare alcune precauzioni. La prima regola da osservare è quella di mantenere gli animali in buona salute e ben curati, rispettando il calendario vaccinale e portandoli dal veterinario periodicamente per visite di controllo. Occorre eliminare i parassiti dall’animale domestico con gli appositi prodotti in vendita, seguendo attentamente le modalità d’uso e le avvertenze allegate alla confezione per evitare la comparsa di fenomeni tossici nell’animale e nell’uomo.

È necessario lavare accuratamente le ciotole contenenti il cibo e le vaschette per l’acqua. È opportuno sostituire spesso la sabbia delle lettiere, allontanando gli escrementi, e pulire di frequente e a fondo cucce, brande, gabbie. Durante queste mansioni è consigliabile, per evitare il contatto diretto con feci e urine, indossare guanti di gomma. Una volta alla settimana è utile passare un disinfettante.

Poiché il pelo degli animali, la saliva, le unghie, possono essere contaminati da germi e da uova di parassiti potenzialmente pericolosi per l’uomo (soprattutto se inghiottiti), è raccomandabile abituare i bambini a non baciare gli animali e a non lasciarsi leccare, specialmente sul viso, o a portare le mani alla bocca dopo aver toccato la bestiola. Non bisogna permettere al cane o al gatto di avvicinare il muso alla tavola apparecchiata e occorre impedire che l’animale prenda l’abitudine di salire o addirittura dormire nel letto del bambino.

Ricordarsi infine di seguire scrupolosamente le normali regole igieniche lavandosi spesso le mani, soprattutto dopo aver accarezzato la bestiola e prima di sedersi a tavola.

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Fonte:http://www.canilerifugio.org/,http://www.mammaepapa.it/,http://www.genitorimagazine.it/

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