Bellezza naturale o artefatta?

Buon pomeriggio ragazze! Sfogliando una rivista mi sono accorta, che ogni foto è ritoccata e sembrano tutte perfette…Modelle magre, alte e senza cellulite.Ma è giusto nascondere e rendere la realtà così perfetta, che poi perfetta non è? 

 ‘Non è bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace’…Quante volte lo abbiamo detto o pensato, senza dare il vero significato a quello che dicevamo.In realtá è più realistico di quanto si pensi.Noi reputiamo bella una cosa quando stimola il nostro gusto e quindi il nostro piacere.E quando invece non lo è, diciamo il contrario.Ma è giusto che mia figlia viva in questo mondo così perfetto e pensare un domani di voler emulare quella ‘bellezza’, a tal punto da distruggersi fisicamente e moralmente?No,io penso di no! Io penso che io nostri figli debbano crescere in un mondo meno perfetto, ma reale.Io pure ho fatto la modella e la mia stessa fotografa, ha voluto farmi vedere le foto prima e dopo le modifiche. E saprte qual’era il risultato?Nessuno!Perchè lei ad esempio preferisce,nel mio caso,lasciarle naturali.Io l’ho trovata meravigliosa come cosa!Ok, sono d’accordo sui filtri, ma sui ritocchi non tanto.Io ho smagliature e allora? Ne sono felice. Le smagliature sono i segni della mia gravidanza e di cosa mi dovrei vergognare?Dell’amore o della felicitá, che ho provato nell’avere mia figlia?Cavolo ragazze,siamo donne e madri e chi non lo è, perchè non vuole o perchè non può,purtroppo,dobbiamo sempre pensare che siamo belle,perchè imperfette.La perfezione non esiste,a meno che una non ci decide di esserlo con la scienza medica,che fa miracoli.Anche se a mio parere,sembrano tutte di plastica e già il mondo n’è pieno di plastica.Dai pannolini per i bimbi al cibo e altro.E io dovrei iniettarmi dei prodotti per “implastificarmi”?No!Mia figlia voglio che cresca con la verità è con le mie foto.Vorrei fare un album di foto naturali,per capire al mondo di oggi che è bello ciò che si vede e non ciò che ci piace!VOI SIETE MERAVIGLIOSE!E quando vi guardate allo specchio ve lo dovete dire sempre! Basta bassa autostima, dobbiamo essere ottimiste! Curatevi, abbiate cura del vostro corpo, perché è giusto farlo per la salute, ma non stressatevi ad essere tante Barbie! Le Barbie, già sappiamo come sono e sono tutte uguali!E l’uguaglianza prima o poi annoia,non pensate?

“Chi si sottopone a dolorosi e a volte rischiosi interventi chirurgici subordina il suo benessere allo strapotere dell’immagine. Il senso delle manipolazioni: piercing, tatuaggi, chirurgia estetica…”

Quanto ci appartiene il nostro corpo? Quanto c’è di individuale in tutto il tagliare, stringere, curare per rendere sano e bello e quanto invece deriva dalla nostra cultura? Questa riflessione nasce dai miei piedi fasciati per un duplice intervento di alluce valgo. Li paragono ai “fior di loto”, l’antica pratica di fasciatura dei piedi delle bambine cinesi che le famiglie ritenevano requisito di bellezza e di virtù. L’alluce valgo, invece, è una patologia congenita che provoca una protuberanza dolorosa. Durante l’adolescenza pesava sulla mia autostima assieme ai brufoli e altri difetti. La maturità porta all’accettazione delle proprie parti oscure e, quando va bene, anche delle imperfezioni fisiche che diventano parte dell’identità. L’accettazione di questi piedi un po’ scomodi è stato un po’ più impegnativo del resto. Un principio molto sentito nella nostra cultura è quello del valore: ma quanto vale un corpo? Quanto più vale tanto più va preservato intatto. E cosa si intende per intatto? Uno dei valori più quotati è l’efficienza: un corpo è tutelato e valorizzato quanto più è tenuto in efficienza. Ma un intervento comporta dolore, paura, immobilità. Fino al momento in cui i benefici attesi in termini di recupero di funzionalità superano i costi. Allora interviene la paura relativa alla manipolazione del corpo: ferire, amputare, eliminare. Nel mio caso qualcosa di me che ho faticosamente imparato ad amare. Fin da prima dell’intervento un pensiero inaspettato mi ha sorpreso: l’idea che avrò finalmente i piedi belli, nonostante abbia sempre considerato Hybris manipolare il corpo per farlo diventare qualcosa di diverso da ciò che è. L’operazione in questo caso non è Hybris: è un investimento per la salute. Ma la paura è un sentimento umano e il desiderio di bellezza mi aiuta nella presa di decisione. Dopo l’intervento vedo i miei piedi bellissimi, ma provo un’emozione intensa. Sono parte di me ma non li riconosco. Mi rendo conto che anche la mia identità è toccata da questo cambiamento, come se fosse un rito di passaggio. Li chiamo i miei “fior di loto”. E rifletto. Che differenza c’è con la pratica dei piedi fasciati? È sufficiente avere lo scopo di migliorare la funzionalità per giustificare questo intervento? Senza dubbio sì, perché la pratica antica metteva a repentaglio la sopravvivenza delle bambine. Ma il concetto di funzionalità va guardato con attenzione, perché anche i piedi fasciati servivano ad uno scopo ben preciso: limitare la capacità di movimento delle donne, ed in questo senso erano efficaci. Lo stesso ideale di bellezza, anche se a noi occidentali fa raccapricciare la forma raggiunta dai piedi fasciati, rispondeva ad un gusto diverso dal nostro, al considerare valori e canoni estetici diversi.Quelle donne avranno amato i loro piedi fasciati? Immagino di sì. Saranno stati il loro risultato conseguito, l’aver adempiuto alle aspettative del gruppo. E tutto ciò avviene all’interno della famiglia, dove l’appartenenza domina sull’individuo, dove i costi individuali vanno a premiare l’identità familiare. Dove l’individuo scompare dentro il gruppo. Dove i piedi belli, qualunque sia la loro forma, servono a tutelare l’identità del gruppo, che è composto solo da individui conformi. Ovunque si interviene sul corpo, femminile ma anche maschile. Piercing, tatuaggi, mutilazioni genitali, circoncisione, chirurgia estetica, liposuzione, lifting, sono tutte azioni tese a modificare i corpi in direzione di un modello ideale che esprima un’appartenenza. Ogni epoca ha i suoi valori. Forse però non è il caso di accettare un eccessivo relativismo: quando i valori annientano il benessere dell’individuo è il momento di cambiarli. Intervenire è difficile, e soprattutto comprendere dove si può intervenire. Anche nel caso delle mutilazioni genitali il gruppo si fa portavoce di ideali estetici che vengono condivisi ed è difficile far accettare alle madri la forma naturale dei genitali, considerata brutta, per garantirsi una miglior salute. Il corpo dell’individuo deve acquistare valore nei confronti dell’identità collettiva per potersi permettere di subire solo manipolazioni che ne migliorino il benessere. La stessa chirurgia estetica sottostà ad una discrepanza di valore tra individuo e gruppo: chi si sottopone a dolorosi interventi, a volte rischiosi e raramente utili, subordina il suo benessere allo strapotere dell’immagine. Certe pratiche hanno un impatto pesante, quelle tradizionali tese a consolidare il ruolo subordinato dell’individuo nella comunità sono spesso invalidanti: i piedi fasciati miravano a ridurre la capacità di movimento e di autonomia delle donne; le mutilazioni genitali vogliono attuare un controllo sulla fertilità femminile, anche attraverso la riduzione del piacere. Queste pratiche soddisfano una necessità primaria: garantire l’appartenenza. Il problema vive una forte recrudescenza nelle situazioni di immigrazione: di fronte ad una percezione di forte estraneità e a politiche ostili dei paesi ospitanti diventa pressante la ricerca di una identità forte. Solitamente le seconde generazioni, che sentono più acuto il disagio di essere estranei al luogo in cui vivono, ricercano la loro identità attraverso le tradizioni degli antenati. Per questo le pratiche di mutilazione del corpo costituiscono un problema non trascurabile anche nei contesti occidentali. Più l’identità dell’immigrato è minacciata, più forte sarà il richiamo delle pratiche tradizionali. Le politiche miranti a ridurre questi fenomeni devono tenere presente questo effetto: le norme che le vietano sono inefficaci quando rinforzano il sentimento di estraneità. Una politica di accoglienza che miri a riconoscere il valore degli individui attenua il richiamo delle tradizioni ataviche, facilitando la costruzione di una identità nuova, possibilmente radicata nel luogo di vita, che protegga i corpi da mutilazioni fatte per rafforzare vecchie identità.

Ecco cosa ho trovato sul web…

” Italiani e ‘ritocchino’, un binomio sempre più saldo. Nel 2014 sono stati eseguiti oltre 1 mln di interventi con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente. Sono i dati presentati a Firenze al congresso dell’Aicpe, l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica. Un report dei risultati dell’indagine eseguita tra i chirurghi plastici estetici su chirurgia e medicina estetica. A crescere sono sia gli interventi di medicina estetica, che costituiscono il 76% del totale e che registrano un aumento del 6,2% rispetto al 2013, sia quelli di chirurgia plastica estetica, il 24% del totale, che nell’ultimo anno sono cresciuti del 3%. Per il terzo anno consecutivo, la procedura di chirurgia plastica più eseguita in Italia è la liposuzione.

L’indagine, che Aicpe conduce dal 2011 in Italia, offre uno spaccato sul mondo della bellezza nel nostro Paese: “Anche nel 2014 registriamo una crescita rispetto all’anno precedente, un segnale che gli italiani non rinunciano a prendersi cura di sé – afferma Mario Pelle Ceravolo, presidente di Aicpe – Il nostro settore non ha mai risentito della crisi: la medicina estetica è sempre cresciuta mentre la chirurgia estetica, che negli anni scorsi aveva subito delle flessioni, nel 2014 ha ripreso a crescere. Speriamo che questo trend positivo prosegua anche per l’anno in corso e che segni l’inizio della tanto attesa ripresa”. La distribuzione degli interventi fra le Regioni italiane vede trionfare la Lombardia (18,98%), seguita dal Lazio (20,31%) e dall’ Emilia Romagna (12.50%).

Nel 2013 sono stati eseguiti 43.989 interventi, mentre nel 2013 erano stati 44.464, con un calo dell’1%. Dopo la liposuzione, l’operazione più richiesta è la mastoplastica additiva, ossia l’aumento del seno (33.532, +0.1%), seguita dalla blefaroplastica, il ringiovanimento dello sguardo (32.313 interventi, +1%%). “Tra gli interventi più in voga nel 2014 ci sono il lipofilling, ossia il trapianto del proprio grasso in altre parti del corpo – sottolinea Pierfrancesco Cirillo, segretario di Aicpe – È utilizzato per riempire le rughe del volto o piccole depressione del corpo ed è sempre più apprezzato, come dimostra la crescita del 20% rispetto all’anno precedente nel numero di interventi. Sempre più richiesto anche l’aumento dei glutei, che ha registrato un +6,6%: le curve piacciono sempre di più, come già hanno rilevato i dati statunitensi”.

Nel campo della medicina estetica, la tossina botulinica è diventata, per la prima volta, l’intervento più eseguito (274.870 procedure, +22,9%), superando l’acido ialuronico (265.324, -8,3%). Seguono a distanza l’idrossiapatite di calcio, un filler di lunga durata (37.473, -8,3%); il peeling chimico (33.546, +8,1%) e la laser depilazione (31.620, +27,7).

Gli uomini rappresentano il 14,9% dei pazienti che si sono rivolti a un chirurgo plastico, in calo rispetto al 2013 (-11% rispetto al 2013). Per quanto riguarda gli interventi preferiti per genere, quelli più eseguiti dalle donne sono, nell’ordine, mastoplastica additiva, liposuzione, e rinoplastica, mentre quelli preferiti dagli uomini liposuzione, blefaroplastica e rinoplastica.

L’indagine – suggerisce l’Aicpe – è un’ulteriore conferma del ‘falso mito’ dei minorenni amanti della chirurgia plastica: gli interventi eseguiti sono stati esigui (4.598, lo 0,4% del totale come nel 2013). I più eseguiti sono stati rinoplastiche, otoplastiche e liposuzioni. Non è stato registrato nessun intervento di aumento del seno o tossina botulinica tra minorenni.”

Ciò secondo me fa solo riflettere…che la crisi,forse in qualche maniera sta aiutando ad essere solo se stessi!Qualora fosse così,allora preferisco rimanere su quest’era,dove tutto ci viene difficile e ragioniamo di più sul nostro vero benessere.

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Fonte:foto prese da internet,http://www.panorama.it/,http://notizie.tiscali.it/

2 Replies to “Bellezza naturale o artefatta?”

  1. Grande Rossella la penso come te! Bisogna essere se stessi, tutta questa finzione mi sa di artefatto, una donna è bella anche con qualche difetto!! 🙂

    1. Grazie carissima.Sono felicissima di ricevere un commento.Il primo, e poi tuo è ancora più bello! Un abbraccio!

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