Una sana e buona cucina si fa con utensili sani e buoni

Pentole di acciaio, alluminio, antiaderenti, ceramica, rame, terracotta, ghisa, ollare e pyrex: quali tossiche e quali salutari? Le caratteristiche dei materiali più usati nella produzione di pentole, padelle, casseruole e teglie, che influiscono anche sul sapore dei nostri piatti.

Oltre che alla freschezza e alla genuinità degli ingredienti di base, la qualità e il gusto dei piatti che prepariamo dipendono anche al materiale degli strumenti che utilizziamo per la cottura.

La scelta di pentole, padelle e casseruole è un elemento determinante per assicurare alle nostre portate il massimo rendimento nutrizionale, le migliori condizioni di igiene e la più alta digeribilità.

Modalità e sistemi di cottura sono due fattori fondamentali per la qualità finale del cibo. A seconda delle soluzioni adottate si possono esaltare i sapori, aumentarne la digeribilità, ridurre i rischi di contaminazioni microbiche, modificare il valore energetico e nutrizionale degli alimenti, fino addirittura ad impoverirli e nei casi peggiori alterarli irreversibilmente.

Fonte di calore

In alcune ricerche effettuate in Francia (prof. Faussurier, Lione) e Germania (Laboratori Antroposofici, Darmstadt) è stato testato l’impatto delle vibrazioni emesse dai diversi tipi di combustibile sugli alimenti durante la cottura. La legna è risultata la fonte di calore più idonea, seguita a breve distanza dalcarbone e dal gas naturale. A seguire, con un netto distacco l’elettricità e ancora più in là, il forno microonde.

Se viviamo in città dobbiamo escludere legna e carbone, due soluzioni difficilmente praticabili, allora il gas naturale rimane dunque la migliore fonte di calore per la cottura dei cibi. Meglio evitare quindi cucine e forni elettrici, il cui calore “freddo”, non favorisce in alcun modo l’esaltazione delle qualità degli alimenti. E che dire del microonde, fatale imperatore della cucina “Presto e Boh”?
I forni a microonde mettono in movimento delle onde elettromagnetiche di frequenza altissima (2.450 mhz), vicina a quella dei radar militari, il che vuol dire che in un secondo, le molecole d’acqua di un alimento inserito in un microonde cambiano d’orientamento 2,45 miliardi di volte. Ed è proprio quest’intensissimo sfregamento che è poi all’origine del calore” (prof. H. Joyeux, Università di Montpellier).
Di fatto, sempre secondo ricerca scientifica, il microonde è fortemente sospettato d’impoverire gli alimenti in vitamine del gruppo B e, manco a dirlo, della fragile, evanescente e preziosa vitamina C. Inoltre, la cottura a microonde sembra svolgere un’azione destrutturante della chimica di alcuni aminoacidi essenziali e ridurre la digeribilità delle proteine, favorendo la comparsa di composti potenzialmente tossici.

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