Essere messi in castigo,aiuta i piccoli a crescere e ad imparare che nella vita non si può avere tutto e subito,spiega il pediatra Roberto Albani.Ma allora cosa fare in questi casi?
Ricorda sempre la regola e non la punizione.Ad esempio se salta sul letto,non dire:”Guarda che ti castigo!”,ma semplicemente che non lo deve fare,perchè è una regola.Se parlassimo subito di castigo,il bambino lo prenderebbe come una sfida personale e continuerebbe a sbagliare.
Farsi vedere arrabbiata,anche se continua.
Non rimandare mai le punizione.Non dire mai:”Stasera facciamo i conti!”,ma bensì punire subito.Se si perde tempo i bimbi non capiscono il motivo di quella punizione,perchè i bimbi vivono il loro presente e ritardare significherebbe poi non capire la vera motivazione.Man mano che cresce aumenta la consapevolezza!
Se litiga con un compagnetto a scuola,è giusto chiedere scusa come punizione,ma se invece ha 15 anni e rientra tardi dall’orario prefissato,allora in quel caso è giusto privargli delle cose materiali,come per 3 giorni il cellulare o i videogiochi o il calcetto,cose di cui lui ne va pazzo.
Fonte:Donna Moderna e foto prese da internet