Tutto per il Mondo Femminile e i Bambini

Buon pomeriggio!La mia piccola riposa e io ne approfitto per scrivervi qualcosa in merito al cordone ombelicale dei vostri futuri cuccioli,del modo di giocare dei bimbi e della montata lattea.Spero di essere chiara e diretta come sempre.

Gioca sempre da sola:è normale?

Almeno fino a 2 anni è del tutto normale che il bambino tenda per lo più a giocare da solo,senza manifestare alcun interesse per i suoi coetanei: i primi anni di vita corrispondono,infatti,alla cosiddetta “fase egocentrica”in cui il piccolo percepisce se stesso come il centro del mondo e quello che lo circonda,comprese le persone,come un’estensione del proprio corpo.Soltanto a partire dai 18-24 mesi il bambino comincia a evidenziare i primi segni di apertura verso le persone che lo circondano,pur essendo ancora molto lontano da ogni forma di effettiva interazione.

Come vede gli altri bimbi

Tra i 2 e i 3 anni,quindi,gli altri bambini non sono considerati alla stregua dei “giocattoli”,capaci cioè di suscitare la sua curiosità proprio come gli altri oggetti che osserva e prende tra le manine.Questo interesse,per il momento,appare rivolto a soddisfare le proprie esigenze,senza tenere in alcun conto quelle degli altri:non a caso fino a circa 3 anni questi “primi incontri” tendono per lo più a trasformarsi in “scontri” per impossessarsi di un oggetto o un gioco. (Dott.Luigina Catanzaro,psicologa e psicoterapeuta preso l’ospedale S.Paolo di Milano).

Nel cercare o meno un compagno di gioco,svolge un ruolo anche la personalità individuale del bambino.Se è particolarmente estroverso,fin da piccolo sarà naturalmente più portato a interagire con gli altri e,quando gliene verrà offerta l’occasione,comincerà quasi subito a “giocare” con i propri coetanei.Viceversa,nel caso di un carattere timido e introverso,questa socialità maturerà più lentamente e,almeno all’inizio,il momento del distacco dalla mamma o dalla baby-sitter verrà vissuto con particolare difficoltà.

Come comportarsi

Sarebbe sbagliato insistere troppo affinchè il bimbo giochi con gli altri,se non se la sente.Altrettanto vero,però è che per stimolare questo processo,è importante creare occasioni per aiutarlo a “rompere il ghiaccio”:per esempio,invitando a casa un amichetto e abituarlo a giocare con lui.Ai giardini o alle prime feste di compleanno,se lo si vede in difficoltà,è consigliabile lasciargli il tempo di ambientarsi e accompagnarlo dagli altri bambini per aiutarlo a inserirsi nel gioco.Solo se,dopo 3-4 anni,il piccolo dovesse continuare a rifiutarsi di interagire con i propri coetanei,pretendendo la costante presenza di un adulto di riferimento accanto a lui,potrebbe essere utile parlarne col pediatra che,in base all’intensità di questo rifiuto o difficoltà,potrebbe suggerire di consultare uno psicologo dell’età evolutiva per verificare che tale atteggiamento non abbia a che fare con qualche disagio emotivo irrisolto.

Quando arriva la montata lattea?

La montata lattea consiste nell’avvio della produzione di latte materno da parte della ghiandola mammaria nei giorni che seguono la nascita del bebè,un fenomeno del tutto naturale che si verifica in oltre il 98 per cento dei casi.Lo stimolo principale che ne determina la comparsa è rappresentato dalla suzione del capezzolo durante la poppata:in base a quanto più precocemente il bebè viene attaccato al seno,la montata può quindi evidenziarsi dai 2-3 giorni fino ai 6-7 giorni dopo il parto(specialmente se è stato effettuato un taglio cesario).Tra le condizioni che rendono riconoscibile il suo imminente arrivo rientrano il senso di inturgidimento e la pesantezza del seno che tende ad acquisire volume(aumenta in media a due taglie),calore localizzato,sensazione di tensione della cute,comparsa di un reticolo venoso di colore azzurrognolo sulla pelle,e nel caso di pressione anche lieve in corrispondenza dell’areola mammaria,fuoriuscita di un più o meno intenso flusso di latte.Tutti i sintomi descritti si attenuano nell’arco di qualche giorno:la produzione di latte si stabilizza a seconda delle esigenze del bimbo e il seno si ammorbidisce,tornando a inturgidirsi soltanto quando risulta pieno di latte prima della poppata.(Dott.Daniela Fantini,ginecologa presso il consultorio Cemp di Milano).La Leche League (Lega per l’allattamento materno),per favorire la montata lattea,raccomanda l’attaccamento precoce(preferibilmente entro due ore dalla nascita)del bebè al seno:è possibile così anticipare di circa 24 ore la comparsa del latte rispetto a un attaccamento posticipato.Il piccolo ha,peraltro,modo di nutrirsi in modo naturale già prima della montata lattea:il colostro,una sostanza di colore giallognolo più digeribile del latte,soddisfa le esigenze nutritive del bebè nei primi giorni di vita.Il latte “maturo”,quello che compare nel corso della montata,è più fluido,di colore bianco e ricco degli elementi nutritivi necessari alla crescita del bebè.D’ora in avanti,la quantità del latte prodotta si regolerà in base all’appetito e alle richieste del bambino.Frequenza e durate della poppata appaiono,quindi determinanti:in pratica,più e meglio il bimbo si attacca al seno,più la ghiandola mammaria viene stimolata a produrre il latte.

Come si mette in moto

Il meccanismo all’origine della montata lattea viene avviato dalla riduzione di progesterone che si verifica dopo il parto.L’altro fattore scatenante è rappresentato dalla suzione del capezzolo:quando il piccolo si nutre al seno,dall’ipofisi (una ghiandola)viene liberata una più alta quantità di prolattina,che stimola la produzione di latte a opera della ghiandola mammaria,e viene avviata la produzione di ossitocina,che determina la dilatazione dei canaletti e al cui interno scorre il latte.

 Posso donare il sangue del cordone?

Il sangue placentare del cordone ombelicale rappresenta una sostanza molto preziosa:è,infatti,ricco di cellule staminali emopoietiche,da cui si sviluppano i globuli rossi,i globuli bianchi e le piastrine che formano il sangue.Anche se la maggior parte delle staminali è presente nel midollo osseo,molte di esse vengono rilasciate nella circolazione sanguigna fetale per effetto dello stress del parto:ecco perchè sono presenti nel sangue della placenta e del cordone quando il bambino nasce e perchè non appena concluso il parto sarebbe opportuno prelevarle ed evitarne la dispersione.Le staminali presenti nel sangue del cordone sono cellule immature,ovvero ancora capaci di trasformarsi nelle differenti componenti del sangue in base alle esigenze dell’organismo:proprio grazie a questa caratteristica possono essere utilizzate per curare malattie ematologiche e immunologiche in età pediatrica come la leucemia,il linfoma e l’anemia.Attraverso un prelievo praticato subito dopo il parto,esse possono essere conservate e congelate per poi venire trapiantate tramite un’infusione in un organismo malato dove appunto iniziano a moltiplicarsi,sviluppando sangue sano e puro.Per questo motivo la donazione del sangue del cordone andrebbe incentivata tra tutte le donne in procinto di partorire:è sufficiente informarsi per tempo se il reparto di ostetricia e ginecologia del proprio ospedale accetta le donazioni e avere della raccolta del consenso informato e dei dati sanitari dei futuri genitori.(Dott.Daniela Fantini,ginecologa presso il consultorio Cemp di Milano)

Si procede così

Il prelievo viene effettuato con una siringa una volta tagliato il cordone ombelicale subito dopo la nascita del bebè:il sangue viene raccolto in una sacca e conservato a 190° C sotto zero.L’intervento non procura dolore e può essere eseguito anche in caso di taglio cesareo.Esistono però,alcune condizioni che rendono il sangue non idoneo alla donazione.Tra queste:

una gravidanza che non ha superato le 34 settimane.

la presenza di febbre nella donna.

la sua positività sierologica per malattie virali ( per esempio l’epatite).

Le regole in Italia

La legge italiana non permette la conservazione del sangue del cordone per uso unicamente personale,a meno che i consanguinei o il neonato stesso non soffrano si una malattia per curare la quale sia considerato utile il ricorso alle staminali e si para di donazione delicata.Di recente sono state introdotte alcune deroghe come la possibilità di conservare in banche pubbliche il sangue a patto che una parte venga destinata alla donazione.

Il mio articolo finisce qui,ma un’ultima cosa ve la voglio dire:se siete gravide e i vostri ospedali fanno queste donazioni,fatelo,perchè è sempre bello aiutare gli altri.Un abbraccio,la vostra amata blogger.

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Fonte:Bimbi Sani e Belli

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